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La ballata è una forma monopartita, il tipo più semplice di struttura formale, tipica delle antiche melodie di menestrelli, trovatori, trovieri e di molte musica popolare.
Essa prevede infatti un unico tema che si ripete più volte, con al massimo semplici cambiamenti di tonalità che lasciano intatta la melodia.
In pratica la ballata è un canto narrativo suddiviso in strofe, la cui melodia ha lo scopo di sostenere al meglio il racconto del testo.

"GEORDIE" - BREVE STORIA DI UN'ANTICA BALLATA INGLESE


Geordie è un'antica ballata britannica del XVI secolo, riportata al numero 209 delle Child Ballads, pubblicate nell'ottocento. Come tutte le ballate, trasmesse per tradizione orale, o in situazioni di difficoltà di reperire un testo scritto, o per libera volontà del menestrello di turno, anche di questa esistono svariate versioni, di cui ben 14 sono riportate nello stesso del suddetto libro.

La prima versione parla di un nobile ucciso da Geordie. La notizia viene recapitata alla sua donna che ha 7 figli, va nella città dove è rinchiuso Geordie, paga una cauzione di 5000 sterline e recupera il suo amato. In altre varianti i figli diventano anche 9 + 1 in arrivo, Geordie non è più un assassino ma un bracconiere che ha rubato alcuni cavalli e li ha venduti in una vicina città. Il giudice non è più disposto a perdonare Geordie e lo condanna inesorabilmente. 

ll numero e il tipo di animali rubati è variabile, il nome della vicina città, tra l'altro non identificata, è altresì variabile. La versione più nota in tempi moderni è quella di Joan Baez del 1962. Qui Geordie è un bracconiere di stirpe reale che rubò 16 cervi del re e se li andò a vendere nella città di Bohenny. La moglie di Geordie ha solo due figli e un terzo in arrivo. Il giudice condanna Geordie senza scampo.

Nel 1966 Fabrizio de André incise una versione in italiano a due voci, con Maureen Rix, la sua insegnante di inglese, traducendo liberamente il testo di Joan Baez e riducendo il numero di cervi a sei. Non c'è però un'assegnazione specifica di una voce ad uno dei due personaggi. Egualmente, anche nella versione che De André cantò nel 1998 con sua figlia Luvi.

Il rondò è una forma particolare in quanto non c'è un limite preciso al numero dei temi in cui essa si articola. Tuttavia la sua struttura logica è abbastanza semplice: ad un tema principale ricorrente seguono un certo numero di altri temi, ognuno dei quali viene sempre preceduto dalla riproposta del primo tema. 

Questo continuo ritorno al primo tema prima di ogni nuovo episodio melodico genera la sensazione di un giro, in francese rondeau, che ricomincia. Schematizzando avremo dunque un tema A, cui segue un motivo B, poi ritorna A, segue un tema C, poi torna ancora A e così via secondo l'idea musicale del compositore.

La forma del rondò avrebbe quindi una struttura di questo tipo: A - B - A - C - A - D - A - E - A (ecc.)

ascolto: SONATA N° 16 IN DO MAGG. K545 - III° MOV. RONDO' di WOLFGANG AMADEUS MOZART

Mentre ascolti questo rondò prova a descrivere la sequenza tematica nel brano indicando come A il tema principale, il ritornello, e con le conseguenti lettere dell'alfabeto i successivi episodi melodici.