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  MUSIC-BOX ✪ AUDIO-LAB  

Agli inizi del XX secolo la musica cambia profondamente tempi e modi della sua presenza nella cultura delle società dell'epoca. Le recenti invenzioni della radio e del fonografo, stavano infatti cambiando gli spazi di ascolto della musica stessa, prima limitati ai concerti in luoghi dedicati, come teatri, locali pubblici, o salotti privati alto borghesi.

  

A questo si deve aggiungere una seconda rivoluzione, anche questa tecnologica: l'invenzione dell'altoparlante e dell'amplificazione audio, che permettevano ora di far suonare assieme strumenti (esempio una chitarra con una batteria) prima incompatibili tra loro, dato che il suono di alcuni di essi avrebbe oscurato quello degli altri.

Queste novità tecnologiche permettono, da un lato, il crearsi di un pubblico molto più vasto ma musicalmente meno esperto, che apprezza cioè melodie e armonie più semplici, mentre dall'altro, grazie anche all'ascolto ripetuto in casa propria, la possibilità di imparare a suonare uno strumento quasi da solo, a orecchio, come autodidatta.

Al contrario di quello che era successo tante volte nella storia della musica, per essere trasmessa, diffusa e conservata nel tempo, la tecnologia radiofonica e discografica offrivano ora lo sviluppo di una musica popolare fondata più sulla pratica che sullo studio delle regole e della scrittura musicale.

Nascono così anche personaggi che diventano autentici fenomeni mediatici raggiungendo una popolarità senza precedenti. Tutti questi fattori insieme fanno assumere estrema rilevanza agli aspetti commerciali della musica nel XX secolo creando i presupposti di una vera e propria industria musicale.

INDUSTRIA E POP MUSIC


Dovendo vendere e massimizzare i suoi guadagni, anche questa nuova industria, fonderà buona parte della sua produzione su generi commerciabili e popolari, come erano o saranno poi la musica jazz, blues, country, rock, folk, soul, rap, funky, metal, soul, reggae, samba, punk, gospel... e così via.

Spesso ognuno dei su citati generi si suddivideranno nel tempo in ulteriori sottogeneri, creando così un miriade di forme musicali associabili, proprio per questa loro comune dimensione commerciale e "popular", nell'ampio contesto della pop music, un classe però incapace di dare risalto alle diverse qualità della musiche che fanno oggi ormai capo ad essa.

Il primo grande impulso al successo dell'industria musicale non poteva che accadere nella nazione che, per una sua particolare situazione storico sociale ed economica, rappresentava, già nei primi anni del '900, l'avanguardia del mondo: gli Stati Uniti d'America.

Fu in quel paese infatti che si diffusero i primi stili derivati dall'incontro e lo scambio tra la tradizione musicale degli ex schiavi neri con quella dei bianchi di origine europea, generando così una nuova musica grande freschezza e vitalità.

A New Orleans, incrocio di culture diverse, il ragtime creolo e un blues ormai sempre più urbano, combinati in una musica per banda con forti dosi d'improvvisazione e di ritmiche afro, trova sua naturale espressione in una nuova lingua musicale: il jazz.

Grazie anche al successo discografico dei primi race records, i dischi della razza, una sorta di ghetto musicale di musicisti neri per un pubblico di neri, il jazz diventa presto musica di largo consumo e, negli anni '30 (la cosiddetta era dello swing), coinvolge sempre più musicisti e appassionati bianchi.

Nel secondo dopoguerra il jazz, evolvendosi in forme sempre più raffinate e complesse, diventa quasi "musica per musicisti" ed esperti che trova sempre più estimatori fuori dagli USA, rappresentando ormai un elemento fondamentale di quella cultura.


TECNOLOGIA E INDUSTRIA MUSICALE

Il XX secolo conosce una costante e solida crescita del peso economico e culturale dell'industria musicale nelle società moderne. Tutto avviene parallelamente allo sviluppo e alla diffusione di sempre migliori tecnologie della registrazione-produzione di supporti prima sonori e poi anche audio-video.

Un tema, quello della tecnologia, fondamentale non solo per la musica, ma in maniera più ampia a tutto il settore dell'industria dell'intrattenimento audiovisivo. Basti ricordare a questo proposito alcuni passaggi come quelli dal disco in vinile al nastro magnetico, al compact disk o alla campionatura e sintesi digitale del suono.

Oppure ancora pensare ai passaggi tecnici dal cinema muto a quello sonoro, alla televisione, alla video ripresa privata prima su nastro magnetico, poi sui dispositivi smart più attuali, alle camere e ai display digitali più o meno ampi o addirittura wearable, agli applicativi informatici di montaggio audiovideo.

Un elenco di tecnologie in realtà molto più ampio se solo considerassimo i servizi musicali oggi forniti dai mass media tramite internet, blogger e social vari presenti sul web. Innovazioni che hanno costretto l'industria musicale a rivedere modi e strutture del suo approccio all'attuale mercato dell'intrattenimento.

Siamo così di fronte a una nuova rivoluzione, quella della musica scambiata e venduta on line, un mercato non facile, pieno di insidie per imprese che devono preservare i costi di strutture, competenze e autori, insomma un intero settore economico messo pericolo dalla facile e illegale duplicazione della musica in rete.