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QUADRO STORICO-CULTURALE 
vedi mappe: Periodo Barocco

I centocinquanta anni che corrono tra il 1600 e il 1750 – contrassegnati come periodo barocco – offrono un panorama storico, sociale, artistico affascinante e complesso. Un periodo che, mentre da un lato appare come quello della decadenza, della supremazia della forma sul contenuto, del conformismo e dell'assolutismo politico, dall’altro offre i primi grandi esempi di dissenso e di contestazione aperta, che esordiscono drammaticamente con il rogo di Giordano Bruno, l’esilio di Tommaso Campanella e la condanna di Galileo Galilei.

Giordano Bruno Tommaso Campanella Galileo Galilei Johannes Keplero Isaac Newton

Anche il pensiero scientifico, avviato nel Rinascimento, si sviluppa e porta frutti preziosi: Galileo e Keplero gettano infatti le basi dell’astronomia, Harwey scopre la circolazione del sangue, Newton formula le leggi a fondamento della fisica moderna. Con le grandi scoperte geografiche la Terra si fa più grande, mentre le grandi monarchie esaltano la magnificenza delle proprie corti con le ricchezze provenienti dal Nuovo Mondo.

EVOLUZIONE MUSICALE

Rispetto alla grande polifonia rinascimentale, con il Barocco rinasce la monodia accompagnata dall’armonia di strumenti o voci aventi il compito di darle maggior evidenza.

Questa tendenza della vocalità prepara il terreno al “bel canto” favorendo la nascita del melodramma e dell'oratorio

La musica si caratterizza per una più marcata tendenza drammatica, con frequenti contrasti tematici e maggiore intensità emotiva.

I compositori cominciano ad indicare il tempo (allegro, adagio, andante ecc.), la dinamica (forte, piano ecc.) e dedicano molta cura alla scelta dei gruppi strumentali, sia nella combinazione dei loro "colori" sonori, sia nell'adeguare la musica alle possibilità tecniche dei singoli componenti.

L’armonia è più organizzata, con la prevalenza dei modi maggiori e minori nelle scelte tonali, mentre a sostegno della melodia principale viene elaborata la tecnica del cosiddetto basso continuo. Dalle musiche di danza ha origine la suite, una serie di brani concepiti in un'unica composizione omogena, vera e propria premessa alle sucessive forme strumentali della sonata e della sinfonia.

APPROFONDIMENTO: IMPROVVISAZIONE E BASSO CONTINUO NELLA MUSICA BAROCCA


Durante il periodo barocco l’improvvisazione, attraverso la quale anche gli esecutori potevano mostrare le proprie abilità creative e virtuosistiche, diventa una vera propria pratica scolastica. Ad essa si associava infatti lo studio e l'esercizio del cosiddetto basso continuo, una tencica strumentale per improvvisare in parte la sequenza di accordi dell'accompagnamento alla melodia principale nel momento stesso dell'esecuzione del brano.

Il basso continuo era, come si vede in figura, costituito da una linea melodica grave scritta in chiave di basso, ossia il fondamento armonico a tutta la composizione. Sul pentagramma però non erano indicati tutti i suoni degli accordi da eseguire insieme al basso, ma solo numeri di riferimento a suoni che l'esecutore poteva riprodurre secondo la propria sensibilità musicale. La linea del basso era in genere affidata a uno strumento ad arco grave, mentre uno strumento polifonico (liuto, clavicembalo o organo) completava a suo modo gli accordi dell'armonia.

MELODRAMMA E ORATORIO

Mentre la musica sacra conosce durante il barocco il suo momento di massimo splendore, quella profana ci offre l’esempio più significativo degli ideali barocchi: si tratta del melodramma (vedi mappa) che, nato per i gusti sofisticati dell’aristocrazia colta, si diffonderà in breve tra i vasti ceti della media e piccola borghesia.

Questo nuovo genere d’arte riunisce in sé la pittura, l’architettura, la danza, la poesia, il canto, la musica, è un’invenzione che sembra fatta apposta per suscitare la più alta meraviglia ed è in fondo la sintesi più completa della vocazione barocca per tutto ciò che è grandioso e nello stesso tempo drammatico. 

Il melodramma nasce a Firenze alla fine del '500 grazie al sostegno del mecenate conte Bardi. Quest'ultimo riunisce intorno a sé musicisti, artisti e letterati con l'intento di riproporre l'antica tragedia greca rinnovata nella formula del "recitar cantando", un vero e proprio teatro musicale che incontrerà presto grande successo in tutta Europa.

Tra i primi grandi compositori di melodrammi, va ricordato il mantovano Claudio Monteverdi (1567-1643), il musicista che più di ogni altro ha saputo evolvere la tradizionale polifonia vocale del '500 in chiave armonica.

Quasi insieme al melodramma sorge una forma di canto religioso monodico e popolare che, ispirandosi alle laudi e ai drammi liturgici medievali, dà vita all’Oratorio, le cui radici affondano nel misticismo medievale e nelle sacre rappresentazioni che il popolo organizzava nei luoghi attigui alle chiese, detti ancor oggi oratori.

L’oratorio riunisce in sé il gusto profano del teatro e il senso mistico della preghiera, ed ha il suo maestro in Giacomo Carissimi (1605-1674) a cui va attribuito il merito di aver trasformato le semplici espressioni popolari in una perfetta forma d’arte.

Per il suo contenuto di umanità e spiritualità, l’oratorio è solo musica e canto, senza movimenti scenici e costumi. L’azione si chiarisce infatti attraverso il recitativo e le arie dei solisti (i personaggi) e dell coro, che rappresenta il popolo. 

SCHEDE D'ASCOLTO: CLAUDIO MONTEVERDI E GIACOMO CARISSIMI

L'Arianna, su libretto del poeta fiorentino Ottavio Rinuccini (1562-1621), fu il secondo melodramma di Monteverdi. Sua moglie Claudia era morta da poco quando egli creò l'opera che confermò il suo genio. Purtroppo il Lamento è l'unica parte rimasta dell'Arianna (1608), che allora ebbe tanta popolarità in tutta Italia ed Europa.

La scena drammatica nella quale trova cornice il Lamento non potrebbe essere più commovente: Teseo ha lasciato Arianna sola su una isola deserta, ed ella rimpiange la sua sorte ed il suo amore. «Lasciatemi morire! Lasciatemi morire! E chi volete voi che mi conforte in così dura sorte, in così gran martire! Lasciatemi morire!».

I riferimenti a musicisti e filosofi greci, spesso discussi con tanta cura da Monteverdi, hanno qui poca importanza: le lacrime negli occhi di chi ascoltava l'Arianna erano emozioni sincere, mosse dalla musica piuttosto che dalla logica. Il Lamento di Arianna non è così altro che il canto di un cuore piangente, quasi in agonia.

Già nel primi anni '700 si affermava di Giacomo Carissimi che «...fu eccellente compositore di armonia musicale e prevalse non solo in compositione di chiesa, ma anco in quelle di camera e teatro, come dalle sue commedie [...] ebbe stile assai naturale e grave e molto applaudito e gradito agli orecchi di quel tempo».

Il catalogo, sia pure non definitivo, delle opere di Carissimi comprende 8 messe, circa 200 mottetti, 2 oratori in italiano una ventina di oratori in latino. In campo profano compose 227 cantate per una, due e tre voci, in massima parte conservate manoscritte. Ecco qui il testo di Filli non t'amo più, ascoltabile qui sotto.

La musica sacra e profana di Carissimi ebbe notevole influenza su musicisti del suo tempo anche fuori dell'Italia. I suoi numerosi allievi che lavorarono all'estero favorirono infatti la diffusione della sua musica sacra e da camera, oggi in gran parte conservata in vari paesi, tra i quali Francia, Inghilterra e Svezia.

MUSICA STRUMENTALE

La musica strumentale conosce un grande sviluppo grazie all'abilità dei grandi liutai (Stradivari e Amati su tutti) e al perfezionamento di altri strumenti, tra i quali soprattutto l’organo e il clavicembalo.

Girolamo Frescobaldi (1583-1643) è il grande organista di questo secolo, le cui composizioni si aprono alle forme libere (preludi e toccate), nelle quali la fantasia e l’abilità del compositore si possono manifestare appieno.


Altro grande organista fu il tedesco Dietrich Buxtehude (1637-1707), esecutore e compositore, per molti "padre" di Johann Sebastian Bach.

Nato verso la metà del Cinquecento, anche il clavicembalo ha il suo momento di massimo splendore nel periodo barocco, soprattutto grazie ai clavicembalisti francesi.

Tra questi spicca la personalità di François Couperin (1668-1733), detto "il grande" per distinguerlo dagli altri numerosi componenti la sua famiglia di musicisti.

Tra gli italiani emerge invece la figura di Domenico Scarlatti (1685-1757) figlio di Alessandro, autore di 550 sonate per clavicembalo che anticipano già la futura tecnica pianistica.

La comparsa del violino coincide con lo strutturarsi delle prime vere e proprie orchestre. Nascono in questo periodo composizioni per più strumenti: sonate, concerti e sinfonie, ancora "primitive" rispetto alle omonime composizioni di epoca classica e romantica.

La sonata barocca può essere da chiesa – con i suoi movimenti dal carattere grave e severo – oppure da camera, che è una derivazione della suite, ossia una successione di danze in tempo vario.

Fioriscono anche altre forme strumentali come il concerto solista, basato sul dialogo tra uno strumento "solo" e l'intera orchestra, e il concerto grosso, vale a dire una forma basata sul "dialogo" tra un gruppo di ristretto solisti, detto concertino, e tutta l’orchestra (vedi anche forme musicali).

Arcangelo Corelli Antonio Vivaldi J.S. Bach G.F. Händel

Autore di celebri concerti grossi, oltre a numerose sonate da chiesa e da camera, è Arcangelo Corelli (1653-1713), che visse ed operò prevalentemente a Roma, considerato il più grande violinista del periodo barocco. A Venezia lavora invece Antonio Vivaldi (1678-1741), massimo maestro nell'arte del concerto, cui spetta anche il merito di aver anticipato la struttura in tre movimenti del concerto classico.

APPROFONDIMENTO E ASCOLTO: ANTONIO VIVALDI A VENEZIA

Il filmato qui proposto ricostruisce la situazione ambientale e musicale che ha profondamente caratterizzato il lavoro di Vivaldi, il prete rosso dato il colore dei suoi capelli, compositore e principale animatore musicale del Pio Ospedale della Pietà di Venezia, l'istituzione religiosa a cui rimase legato per quasi tutta la sua vita.

LA SINTESI BAROCCA: BACH & HAENDEL

Johann Sebastian Bach (1685-1750) e Georg Friedrich Händel (1685-1759) sono le due massime personalità del periodo barocco, la sintesi deI valori e dei contrasti di questo periodo. Mentre Bach rappresenta l’anima mistica del barocco, raccolta in una pietà devota, volta a perfezionare fino all’estremo, attraverso un lavoro paziente, tenace e silenzioso l’arte e le forme del passato (polifonia, contrappunto e fuga) Handel rappresenta invece l’anima mondana, esuberante, avida di novità, di modernismo (monodia, melodramma e concerto) e di successo.

Così, mentre Bach interiorizza lo spirito della Riforma che esalta i valori religiosi del Medioevo, Handel esprime una musica con una visione più aperta sul mondo e vicina agli ideali del Rinascimento. In ogni caso entrambi chiudono il contraddittorio periodo barocco con i loro ideali, tecniche, forme e stili, mentre nuovi e sempre più perfezionati strumenti vanno ad arricchire le possibilità espressive della musica europea.

Quella tedesca, in particolare, sarà debitrice degli orientamenti di questi due grandi musicisti, che saranno imprescindibili riferimenti per altri grandi come Mozart, Haydn, Beethoven, Wagner. 

SCHEDA APPROFONDIMENTO E ASCOLTO: J.S. BACH & G.F. HAENDEL

Il Magnificat in re maggiore è una delle più importanti opere vocali di Bach. Si tratta di una cantata sacra composta per orchestra, coro a cinque voci e cinque solisti. Il testo in latino è tratto dal cantico del primo capitolo del Vangelo secondo Luca, con il quale Maria loda e ringrazia Dio perché ha liberato il suo popolo.

Bach compose una prima versione in mi bemolle maggiore nel 1723 per i vespri di Natale, versione che conteneva numerosi testi natalizi. Nel corso degli anni egli rimosse i brani specifici per il Natale in modo da rendere il Magnificat eseguibile durante tutto l'anno. La nuova versione venne eseguita per la prima volta nella Thomaskirche di Lipsia il 2 luglio 1733.

La musica per i reali fuochi d'artificio, Royal Fireworks Music (1749), è una suite orchestrale composta da Händel su commissione di Re Giorgio II di Gran Bretagna. Il pretesto per la composizione fu la firma del trattato di Aquisgrana, che mise fine alla guerra di successione austriaca.

Il re non badò a spese e volle che si celebrasse l'avvenimento con grandi festeggiamenti e fuochi d'artificio, questi ultimi prodotti da una gigantesca struttura in legno entro la quale alloggiava anche una pedana per i musicisti. La prima esecuzione ufficiale fu costellata di incidenti: quel giorno una parte della macchina, anziché azionarsi, prese fuoco e crollò al suolo, provocando la morte di tre persone.