Salta al contenuto principale

  MUSIC-BOX ✪ AUDIO-LAB  

La musica da camera è destinata ad un complesso limitato di esecutori, a partire dal singolo, al duo, al trio, al quartetto, al quintetto, al sestetto, fino a piccole orchestre da camera, che si differenziano dalla grande orchestra sinfonica proprio per un numero di componenti più contenuto (max 10-15 elementi).
Vediamo e ascoltiamo dunque alcuni di questi gruppi eseguire specifiche composizioni scritte per piccoli organici strumentali.


- SOLISTA CAMERISTICO: HEINRICH IGNAZ FRANZ VON BIBER - PASSACAGLIA

La composizione da camera per strumento singolo viene considerata come un concerto solistico “cameristico” a tutti gli effetti, con in più la differenza che mentre nel concerto solistico vero e proprio il solista suona in dialogo con l’orchestra, nel concerto solistico “cameristico” il solista è letteralmente “da solo” con il proprio strumento.


- DUO CAMERISTICO: JOHANN SEBASTIAN BACH - BOURREE (BWV 996)

Il DUO (o duetto) è la composizione cameristica per due strumenti di pari livello, liberamente concertanti, nella quale tutti e due ricoprono veste solistica e nessuno predomina sull’altro. Il duetto da camera può essere formato da strumenti sia polifonici che monodici. Il “duo” più diffuso e interessante è quello costituito da uno strumento monodico e uno polifonico.


-TRIO CAMERISTICO: FRANZ SCHUBERT, TRIO OP. 100 - ANDANTE CON MOTO

Il TRIO è la composizione cameristica per tre strumenti che trae origine dalla “Sonata a tre” barocca generalmente formata a due violini e violoncello. Nella seconda metà del XVIII secolo si svilupparono due tipi diversi di Trii, a seconda che la parte del basso, con funzione armonica, fosse scritta per violoncello (trio d’archi) o per pianoforte (trio con pianoforte).


- QUARTETTO CAMERISTICO: BRANI DI PHILIP GLASS E SAMUEL BARBER

Il QUARTETTO rappresenta la composizione cameristica per eccellenza, poiché è quella che maggiormente può sintetizzare le quattro voci principali di un coro (soprano, tenore, contralto e basso). Esso deriva dalla “sonata a quattro” barocca, sviluppando col tempo un sempre più autonomo dialogo fra le parti.

Dal Settecento in pol il quartetto d’archi, formato da violino primo, violino secondo, viola e violoncello, si è imposto come la più diffusa formazione cameristica. Wolfgang Goethe, il grande scrittore tedesco, ne trovò una perfetta sintesi metaforica definendolo una amabile discussione tra persone ragionevoli.

Il primo brano proposto all'ascolto è il quartetto d'archi Catalyst che esegue lo Strings Quartet n° 3 "Mishima" VI mov. di Philip Glass, uno tra i maggiori esponenti della musica minimalista del Novecento.

In questo secondo esempio abbiamo il quartetto Amstel, formato da quattro saxofoni (soprano, contralto. tenore, baritono), che esegue una propria trascrizione e arrangiamento dell'Adagio per archi di Samuel Barber.


- QUINTETTO CAMERISTICO: GYÖRGY LIGETI - SEI BAGATELLE

Il QUINTETTO è una composizione da camera per cinque strumenti, il cui organico più consueto è quello per archi (due violini, due viole e violoncello). Molto presente è anche il quintetto formato dal quartetto d’archi con l’aggiunta di un fiato o del pianoforte. L'ascolto qui sotto propone invece l'eterogeneo quintetto di fiati Carion.


- DAL SESTETTO ALL'ORCHESTRA DA CAMERA: STEVE REICH - MUSIC FOR MALLETS, VOICES AND ORGAN

Dal SESTETTO ALL’ORCHESTRA DA CAMERA sono composizioni per sei, sette, otto, nove strumenti musicali e anche di più, variamente combinati, cioè con l’utilizzo oltre che di strumenti ad arco anche di strumenti a fiato in legno (oboi, flauti, clarinetti, fagotti, ecc.), strumenti a fiato in ottone (corni, trombe, tromboni), fino all’inserimento delle percussioni (timpani, triangolo, grancassa, xilofono, ecc.)